Qual è la ragione del tuo stretto rapporto con Venezia come artista?
Jorge ha rappresentato l’Argentina alla Biennale del 1995. Da allora siamo sempre tornati alla Biennale, qualche volta con le nostre opere, altre come semplici turisti.
Tra i nostri progetti più interessanti ci sono Drink Water! alla Fondazione Bevilacqua La Masa nel 2005, in cui abbiamo creato un gigantesco laboratorio di purificazione dell’acqua in piazza San Marco e siamo riusciti a depurare l’acqua del Canal Grande.
È stata la Biennale più afosa della storia e non c’era acqua potabile a disposizione, così molti visitatori venivano per bere l’acqua del Canal Grande. È stata un’esperienza magica.
Il secondo motivo che mi lega a Venezia è la Peggy Guggenheim Collection. Nel 2007 abbiamo lavorato con il team delle attività educative. Il fine era creare una campagna di consapevolezza per i bambini delle scuole italiane. Circa 6000 scuole elementari e 50.000 classi hanno partecipato ai nostri workshop sul tema dello sviluppo sostenibile e del rispetto per l’ecosistema marino. Oltre 1 milione di bambini sono stati coinvolti nella stesura di un manifesto collettivo a salvaguardia dei mari. I loro messaggi in codice sono stati inseriti in migliaia di bottiglie di plastica riciclata. Il risultato di questa enorme collaborazione è stato esposto alla Peggy Guggenheim Collection. A parte l’esperienza di turismo artistico, la sensazione più forte che ho provato a Venezia è stata il lavoro in una fornace a Murano d’inverno, quando il cielo è grigio e si confonde con l’azzurro della laguna creando una palette di colori pastello. Adoravo prendere il vaporetto la mattina presto, con la nebbia gelata che saliva dal turchese del mare e camminare lungo la silenziosa fondamenta fino allo Studio Berengo. Un’atmosfera magica che contrastava con l’estremo calore della fornace. Quello che più ho adorato di Venezia è stato lo scambio di idee creative con i maestri vetrai; il veloce ritmo del soffiatori nelle fornaci; il vedere uno schizzo trasformarsi da un ammasso bollente di vetro a una forma trasparente e bellissima.
Quali sono I tuoi progetti futuri?
Nonostante la pandemia, il 2020 è un anno importante per il clima e la biodiversità e noi abbiamo mostre entusiasmanti in programma in Francia e in Russia.
Subito prima del lockdown, abbiamo terminato l’editing del film in quadrifonia Symphony for Absent Wildlife per la mostra Green Wave alla Fondazione Groupe EDF a Parigi. La mostra aprirà il 15 settembre. Sempre in Francia, una grossa mostra personale si inaugurerà il 10 ottobre al centro di arte contemporanea Les Tanneries. Qui uniremo i temi principali della nostra ricerca in una installazione monumentale, che includerà vari elementi del nostro linguaggio visivo, come dipinti di grande formato, veicoli militari revisionati e sacchi a pelo.
Il progetto Antarctica World Passport continua ad aumentare la consapevolezza e a offrire l’opportunità di riflettere sui cambiamenti geologici e geopolitici dell’Antartico e sull’eredità che vogliamo lasciare alle generazioni future. In novembre, l’installazione andrà alla Tretyakov Gallery di Mosca per la mostra Diversity United, che tratta i problemi della dignità e del rispetto, del conflitto e del dialogo, del paesaggio e del potere, delle nostre identità politiche e personali. La mostra poi andrà in tour a Berlino e Parigi. Abbiamo stampato una nuova edizione di 15.00 passaporti (gli oggetti clou dell’installazione, ndr) in quattro lingue: russo, tedesco, francese e inglese.